La nostra metodologia d’insegnamento privilegia l’apprendimento diretto ed esperienziale rispetto all’apprendimento teorico, la consapevolezza rispetto alla conoscenza intellettuale. Le nostre lezioni sono perciò altamente esperenziali e pratiche. Il nostro intento è quello di fornire agli allievi un apprendimento non solo teorico, ma basato soprattutto, sulla comprensione esperienziale ed emotiva dei concetti fondamentali dell’Approccio Umanista e dell’ Analisi Bioenergetica, attraverso l’esperienza diretta delle relative tecniche psicoterapeutiche di intervento.
L’esigenza della Scuola è quello di valutare non solo, nell’ambito dei programmi di formazione, il livello di apprendimento degli allievi sotto il profilo teorico e delle competenze tecniche acquisite, ma anche la sua crescita umana ed emotiva poiché ritenuta anche questa uno strumento necessario al proprio bagaglio professionale.
L’Approccio
La Scuola si propone di introdurre i principi e i metodi della Psicoterapia Umanistica integrata con l’Analisi Bioenergetica, secondo gli orientamenti di autori quali: C. Rogers, A. Lowen, A. Maslow, J.L. Moreno, W. Reich, W. Schutz, R. May, F. Perls, R.Laing. Il programma di formazione elaborato è ispirato all’esigenza di proseguire gli insegnamenti dei pionieri della psicologia umanistica (terapia centrata sul cliente) con particolare riguardo ai processi psico-corporei e bioenergetici proposti da William Reich e Alexander Lowen. La Psicoterapia Umanistica: La Psicoterapia Umanistica si basa su una concezione che sottolinea le potenzialità e le capacità positive dell’uomo. Tale concezione non si fonda su un unico modello, ma abbraccia numerose teorie e approcci filosofici e psicologici. Fra questi possiamo riportare in modo particolare il contributo di Abraham Maslow, il quale , partendo dalle teorie della filosofia fenomenologico-esistenziale, si fa promotore di una nuova psicologia che pone l’accento sul ruolo dei bisogni e delle emozioni nello sviluppo dell’identità e del concetto di autorealizzazione verso cui ogni persona tende naturalmente.
Nella Psicoterapia Umanistica confluiscono anche gli importanti contributi di Carl Rogers con la sua Terapia Centrata sul Cliente, tesa a sottolineare la natura non medica del trattamento considerando altresì la totalità (aspetti cognitivi, emotivi, sociali ecc.) della persona ovvero soggetto unico e irripetibile, infine molto importante è l’approccio della Gestalt di Fritz Perls, basato sul concetto di cambiamento come presa di consapevolezza dei propri bisogni. Al tempo stesso è necessario sottolineare il contributo delle suggestioni attinte dall’Analisi Transazionale di Eric Berne per quanto riguarda, in modo particolare, l’importanza della presa di coscienza del Qui ed Ora, finalizzata alla libertà di espressione dei propri sentimenti così come della Psicosintesi di Roberto Assagioli per quanto concerne l’obiettivo del reindirizzare l’energia presente in ciascuno di noi, in un percorso più creativo e vivace fino al raggiungimento di quello che viene definito il Vero sè, caratterizzato dal livello più profondo di autoconsapevolezza.
Nell’ottica Umanistica il Sè è depositario dell’Autostima, il sentimento del proprio valore, della stabilità, dell’autoconsapevolezza corporea, psicologica e della propria storia autobiografica. Il Sè veicola i rapporti con il mondo esterno, determina i propri obiettivi e veicola la progettualità, si sviluppa attraverso dimensioni personali, relazionali, sociali e spirituali. Scopo primario della Terapia Umanistica integrata è dunque l’armonizzazione e la realizzazione delle varie parti del Sè e quindi della personalità. L’obiettivo può essere raggiunto soltanto se il terapeuta è in grado di mettersi in una posizione di ascolto attivo del paziente in un setting di ottimismo e di sicurezza.
Il lavoro terapeutico segue il paziente tenendo conto delle sue esigenze e di quello che “porta in terapia”, ovvero nel Qui ed Ora; ecco perchè è importante conoscere ed integrare varie tecniche e approcci psicoterapeutici capaci di fare riemergere tutti i “sensi del Sè” che vanno riattivati nell’area della consapevolezza, del significato e del valore della persona nella sua completezza.
Le tecniche e le modalità utilizzate nella Psicoterapia Umanistica Integrata sono di conseguenza tutte finalizzate al raggiungimento dell’Autoconsapevolezza, della Libera Espressione e dell’Autorealizzazione della persona.
Fra queste possiamo menzionare:
– I Gruppi d’Incontro, ispirati da Kurt Lewin negli anni ’50, ripresi da Carl Rogers e diffusi in Italia da Michele Festa. Tuttavia il vero fondatore potrebbe essere considerato William Schutz (anni ’60) che pose l’attenzione sul postulato che ogni essere umano ha bisogno degli altri esseri umani, dal momento che i bisogni fondamentali sono quelli dell’essere compreso, accettato, accolto, rispettato, amato. Per questo motivo tali bisogni devono essere portati alla luce e soddisfatti all’interno di relazioni che possono emergere all’interno di un gruppo. Alcune norme proposte nei gruppi sono: vivere nel presente, parlare di sè direttamente verso l’interlocutore al quale ci si rivolge, non generalizzare, assumersi la responsabilità ti se stessi e delle proprie scelte.
– Le “maratone”, è una tipologia particolare di gruppo d’Incontro di cui il nostro approccio e la nostra Scuola si fanno promotori; è un gruppo d’incontro che si protrae per più giorni consecutivi (solitamente un week-end dal venerdì alla domenica). Esse hanno come particolarità l’apparente assenza di un percorso, di una guida. Questa modalità segue la pratica del “Drammautogeno”, termine coniato da Antonio Lo Iacono (1998) che consiste nel considerare la psicoterapia come un’arte scultorea e non pittorica, in cui cioè si aiuta a “togliere” quelle parti che sono ridondanti anzichè aggiungerne altre al fine di ripristinare il libero e naturale scorrere dell’energia individuale e di gruppo.
– Tecniche Psicoanimatorie (Parsi, 2006): si tratta di tecniche creative (scrittura, pittura, fotografia, musica…) finalizzate all’espressione e alla scoperta delle proprie potenzialità e della propria capacità di essere parte attiva nel proprio processo di crescita, di cambiamento e di autorealizzazione. L’Analisi Bioenergetica: L’Analisi Bioenergetica -elaborata da Alexander Lowen (insieme al suo collaboratore John Pierrakos) a partire dagli anni ’50 dai concetti di William Reich (allievo di Freud)- cerca di comprendere la persona nella sua corporeità attraverso l’espressione corporea e i processi energetici connessi. Quindi è una psicoterapia centrata sul corpo e sulle emozioni, che ritiene fondamentale l’unità funzionale ed energetica mente-soma, sottolineando che “non abbiamo un corpo” ma “siamo il nostro corpo” (A.Lowen) che è espressione della nostra vitalità, del nostro passato, del nostro presente ,delle nostra esperienza personale e interpersonale, delle nostre consapevolezze, dei nostri processi inconsci, dei nostri moti e delle nostre emozioni. Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un’unità.
Noi siamo i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre sensazioni, i nostri impulsi e le nostre azioni. L’analisi bioenergetica è quindi un metodo che combina terapia corporea e psicoterapia verbale. Il metodo operativo su cui si basa l’Analisi Bioenergetica comprende una serie di tecniche utilizzabili nella psicoterapia, tali da consentire un approccio non solo sistematico e coerente, ma anche più profondo e completo, alla persona e a i suoi problemi. L’intervento in Analisi Bioenergetica è un approccio che procede partendo sia dal versante psichico, sia da quello corporeo; i temi emergenti, infatti, vengono affrontati ed evocati utilizzando sia il canale che, partendo dal piano mentale ed affettivo, conduce al coinvolgimento corporeo, sia il canale opposto: ovvero quello che partendo dalla respirazione, dal movimento e dall’espressione corporea permette l’emergere di vissuti emotivi inconsci consentendone quindi anche il recupero e l’elaborazione a livello mentale ed affettivo.