Caro Antonio,
subito dopo aver letto la tua mail, ho scritto qualcosa sul percorso “Psicoumanitas”, uno sguardo sul passato un po’ nostalgico e pieno di gratitudine; ho scritto in maniera sintetica, chiara, emozionata ma non emozionante, come se descrivessi un quadro, qualcosa di bello ma di statico; non ti ho inviato nulla, perché avevo la sensazione di non essere stata esaustiva, ammesso che si possa davvero esserlo rispetto all’esperienza Psicoumanitas; era però come se mancasse un pezzo.
Psicoumanitas non è stato un percorso formativo, è stato molto, molto di più, così la notte successiva alla tua richiesta di “testimonianza” io ho fatto un sogno, e la notte seguente ne ho fatto un altro ancora; ho sognato la Scuola, alcuni compagni, ho sognato me stessa in un gesto di ribellione mentre sollevo una sedia girando intorno ad un grande gruppo, durante una maratona; al mattino le cose che avevo scritto non avevano più alcun senso, erano ancora più monche, perché il mio inconscio, bussando con forza, mi aveva ricordato che il percorso Psicoumanitas era cominciato anni fa, ma in realtà non era mai finito…e inoltre che alla mia “testimonianza”, per essere tale, mancava quel pezzetto in grado di tenere insieme quel “la è allora” con il mio “qui ed ora”; mancava quel famoso “intervallo” in cui uno può immergersi per ritrovarsi nel proprio tempo, e che allo stesso tempo crea un senso di continuità autentico nella propria esperienza soggettiva; in questo intervallo, al quale ho avuto accesso grazie al sogno, io ho trovato cosa è Psicoumanitas per me adesso, anche se da tempo sono lontana.
Psicoumanitas è un percorso “vivo”, capace di generare movimento, di accendere qualcosa in te, e non finisce quando ti diplomi.
Psicoumanitas è stata una porta che io ho imparato ad aprire dentro di me; ad oggi è la continua capacità di rimettermi in navigazione partendo sempre dal mio sentire.
Psicoumanitas è come un sogno iniziato anni fa dal quale mi sono tante volte svegliata, ma che continua a portarmi a confronto con la mia anima, con le parti di essa più abissate e meno abitate.
E se nel sogno in questione io mi ribello (al padre? a ciò che il padre si aspetta da me? a ciò che io non voglio più imporre a me stessa di dover essere?) è perché Psicoumanitas mi ha reso capace di lasciar andare ma anche di tenere, di esprimere il mio desiderio di libertà, al contempo di trovare dentro di me uno spazio accogliente anche per la mia rabbia e per la mia vergogna; mi ha insegnato a tradire per crescere e a tradirmi il necessario, per smetterla di tradirmi davvero con la scusa di essere ormai “cresciuta”; Psicoumanitas mi ha messo a confronto con le mie paure e mi ha insegnato l’arte del gioco e del cambiamento; mi ha insegnato ad apprendere dall’altro e dalla vita prima che da ogni testo scritto, che c’è un mondo intero dentro un solo uomo e un universo di mondi dentro un gruppo; che la vita emotiva ha sfaccettature a volte indescrivibili e incomprensibili ma che soltanto con il nostro sentire possiamo avvicinarci alla verità di un altro, senza la presunzione di definirla e incontrando ogni volta la paura di esserne travolti; Psicoumanitas mi ha insegnato a fermarmi e a rimettermi in navigazione, a togliere l’àncora ma anche il superfluo, mi ha insegnato che ci si può centrare mentre ci si muove, mi ha spronato alla ricerca, mi ha reso più audace, ha incrementato la mia curiosità intellettuale e la mia apertura spirituale.
Ciò che io porto con me è come un dono, qualcosa di invisibile ma potente.
Tra il mio bisogno d’amore e quello di ribellione, tra i miei sì e i miei no, tra il mio femminile e il mio maschile, tra il profondo senso di gratitudine e la mia vitale necessità di libertà, io continuo a crescere; mi sento sempre in formazione, in cammino; è questa fiamma accesa ciò che resta vivo in me di Psicoumanitas.
Diversi anni fa io ho preso proprio per caso questo “treno” e lui continua a portarmi dove sono e dove voglio essere, in una sorta di “serendipity’ sempre più consapevole.
Non ci sono fermate obbligate e questo viaggio, dentro e fuori di me, è un continuo incontro con la vita di impagabile.
Alessia Angione. Laureata in Psicologa clinica, Specializzata in Psicoterapia Umanistica e Analisi Bioenergetica; ulteriore formazione in: Psicodiagnosi, Tecniche Psicodrammatiche, Training Autogeno e Tecniche di Rilassamento.
Presso il suo studio privato a Cassino, si occupa di psicoterapia individuale e di coppia; organizza da diversi anni gruppi di incontro volti alla gestione dello stress e dell’ansia e alla promozione del benessere.