COSA MI HA DATO E COSA MI HA TOLTO:

IL MIO PERCORSO DURANTE LA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PSICOUMANITAS

Natalia Altomari

La vita ti pone di fronte a grandi occasioni di cambiamento, o ti pone di fronte a grandi occasioni mancate di cambiamento. Treni che se sai e riesci a prendere ti permettono di compiere viaggi lunghissimi, dolorosi, fatti di grandi rinunce e grandi acquisizioni. Ma devi essere pronto, veramente pronto a metterti in gioco, a entrare in campo, a sporcarti le mani, la testa, il corpo e il cuore. L’essere pronto non è necessariamente legato all’essere consapevole, ma a essere preparato a diventarlo. La consapevolezza è depositaria di un futuro incerto. Essere disponibili a diventare consapevoli è strettamente relazionato alla disponibilità a perdere il controllo sulle proprie scelte e all’affidamento verso una nuova dimensione di vita da costruire giorno per giorno.

La scuola di specializzazione è un percorso che comprendi una volta raggiunta la non meta. Che mette in discussione affetti, emozioni, competenza e grandi false consapevolezze, che vacillano e cadono, come un castello di sabbia, pronte però a essere riedificate con grandi fondamenta flessibili, come i palazzi costruiti in Giappone, disposti a oscillare per rimanere in piedi.

Accetti in te la paura di non farcela, inizialmente la rabbia e successivamente la gioia verso le tue imperfezioni. Il cambiamento porta in se anche una rivoluzione rispetto alla visione di alcuni costrutti e convenzioni che albergano nella nostra mente. Ciò che appare roccia potrebbe diventare mare e viceversa. Il percorso nella scuola rappresenta il passaggio da uno stato all’altro. Contattare i propri stati ansiogeni, depressivi, psicotici è fonte di grande frustrazione verso se stessi. Solo in un secondo momento, dopo il tempo giusto, fatto di anni e secondi, comprendi che quella falda è diventata sorgente vitale, oasi nel deserto. Serve tempo, serve concedersi del tempo per entrare nella prospettiva del presente. Servono grandi occhi.

La scuola mi ha dato la consapevolezza e l’occasione di ricostruire i miei rapporti in modo autentico e scelto. Mi ha dato la possibilità di contattare l’amore per me stessa, dopo aver contattato l’odio per me stessa. Mi ha regalato lunghissimi round di combattimento con i miei fantasmi e grandi possibilità di allearmi a loro. Mi ha offerto primi posti, centralità, esclusione, inclusione. Mi ha fatto capire che la sala degli specchi intorno a me è fatta anche di specchi che non vorrei mai guardare e che per tanto tempo ho furbamente evitato. Violentemente però, mi ha spinto a confrontarmi con loro. Ma solo dopo essermi confrontata, ho capito quanto era pericoloso non farlo.

La scuola mi ha tolto sovrastrutture, giudizi e pregiudizi, falsi rapporti, convenzioni, parti di me che con il passare del tempo mi avrebbero fatto vivere in uno stato di sofferenza e di dolore. Mi ha accelerato processi di felicità e benessere, levandomi l’ideale irrealistico di perfezione. Mi ha tolto i miei due più grandi nemici, vergogna e senso di colpa, che mi facevano scegliere in modo distorto, come lenti miopi. Mi ha tolto l’idea che il fallimento è una sconfitta, restituendomelo come grande speranza.

Il grande passaggio da una pretesa infantile ad una richiesta d’amore adulta è stata forse la più grande acquisizione che ho fatto, che ha cambiato profondamente me stessa e il mio ambiente di vita.

Ho incontrato me stessa sotto varie forme, ho accettato di fallire e rinascere più volte, ho odiato e amato me stessa e chi mi stava intorno, ho conosciuto la me paziente e la me terapeuta.  Ho contattato il mio kairos, ho consapevolizzato i cambiamenti avvenuti in me, mi sono spogliata delle mie maschere, ho abbandonato difese caratteriali troppo radicate negli anni. Quando decidi di iniziare un viaggio, puoi programmare l’arrivo e cosa vedrai, e sai come ci entrerai, ma è impossibile immaginare cosa proverai e come ne uscirai. Se sei disposto però a decidere di abbandonare anche l’obiettivo, è in quel momento che riesci a godertelo profondamente.

 

Natalia Altomari  è psicologa, psicoterapeuta ad orientamento umanistico-bioenergetico e dottore di ricerca. Collabora con la cattedra di Pedagogia e Didattica Speciale dell’Università della Calabria. Svolge docenze nei corsi di specializzazione per il sostegno dell’Unical ed è autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali. È co-founder di SWAG (Skills in Work-life Analysis Game), una startup che si occupa di creare connessioni tra neolaureati e mondo del lavoro attraverso la gamification. Le sue attività di interesse sono la psicometria, la psicodiagnostica, le neuroscienze e le tecniche corporee. È titolare dello Studio di Psicologia e Psicoterapia “Entropia”. Collabora da tempo, per alcune ricerche, con Antonio Lo Iacono.